Volontariato aziendale, tutte le opportunità per profit e non profit
In attesa di First Friday, che torna venerdì 9 novembre con un incontro tutto dedicato al corporate volunteering, tre domande a Marta Pellegrinotti di Goodpoint.
Volontariato aziendale: per l’impresa che lo sceglie, è uno strumento importante di responsabilità sociale; per il dipendente, un’occasione di condividere coi colleghi qualche cosa di diverso dalla solita quotidianità lavorativa; per le organizzazioni non profit, un modo per farsi conoscere dai singoli e dalle imprese, con cui tessere nuove, preziose relazioni.
Al tema del corporate volunteering sarà dedicato il prossimo First Friday di IFC Italy, venerdì 9 novembre: Marta Pellegrinotti, che in Goodpoint si occupa in particolare di progetti di responsabilità sociale d’impresa e raccolta fondi da grandi donatori, racconterà la sua esperienza con progetti di volontariato aziendale portati avanti in tutta Italia negli ultimi 5 anni.
Marta, qual è il valore aggiunto per chi partecipa a un progetto di corporate volunteering?
Si potrebbe sintetizzare dicendo che al termine di una giornata di volontariato aziendale, sono tutti “più felici”: i manager, i dipendenti, le organizzazioni che li hanno accolti. Le richieste di organizzare una o più giornate di volontariato da parte delle aziende crescono costantemente. Le aziende possono avere diverse motivazioni, ma in generale stanno identificando in questo tipo di esperienza uno strumento importante per creare attorno a sé, come anche al proprio interno, un clima di fiducia, credibilità, autorevolezza.
Quali sono i modelli di volontariato aziendale più frequenti nella tua esperienza?
In linea di massima si possono distinguere tre formule.
La prima è quella del volontariato come team building per l’azienda ed è quella più frequente. I dipendenti, divisi in squadre, dedicano ad esempio un’intera giornata a ridipingere gli ambienti di una casa di accoglienza, a sistemare un il giardino, a preparare il pranzo. Vengono accolti al mattino dal referente dell’organizzazione che ne spiega la mission e le attività, poi a fine giornata hanno un momento di restituzione e condivisione su quello che hanno vissuto.
In altri casi l’azienda istituisce momenti dell’anno dedicati al volontariato e dà ai propri dipendenti la possibilità di scegliere la forma di impegno che preferiscono: può essere un intervento di manutenzione delle strutture, ma anche un’attività di contatto con gli utenti, come l’accompagnamento ai disabili.
Infine, ci sono le situazioni in cui l’azienda sceglie una partnership di lungo periodo con la realtà non profit. Il rapporto diventa di vero e proprio affiancamento, magari con i dipendenti che a turno vanno a supportare gli sportelli o altre attività dell’organizzazione partner.
In tutte e tre le formule, ma in particolare nella prima, che coinvolge abitualmente un grande numero di dipendenti, la difficoltà sta spesso nel trovare la realtà non profit più adatta all’esigenza aziendale.
Profit e non profit sanno cogliere il massimo dal corporate volunteering?
Resta molto di inesplorato, soprattutto dal punto di vista delle realtà non profit, che sottovalutano il patrimonio di relazioni racchiuso in un’esperienza di volontariato aziendale: non solo i singoli dipendenti potrebbero voler diventare volontari e sostenitori di quell’organizzazione, ma l’azienda stessa potrebbe scegliere di approfondire la relazione per sostenere progetti di più ampio respiro. Queste opportunità spesso non vengono valorizzate a sufficienza. Al First Friday parleremo anche di questo.
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First Friday è la business clinic di IFC Italy aperta gratuitamente a fundraiser e comunicatori del Terzo Settore che desiderano far rete e confrontarsi sugli argomenti di maggior attualità per la loro professione.
L’appuntamento con Marta Pellegrinotti sul Corporate Volunteering è per venerdì 9 novembre, ore 14.30, ad Avanzi Barra A, Milano.
Per informazioni e prenotazioni: francesca.mineo@groupifc.com